lunedì 21 novembre 2011


Nonna che fa la maglia - olio su tela - Raf Spalvieri
 Il tanto atteso freddo, è arrivato anche qui.
Io non lo amo particolarmente..
Soffro le fredde lenzuola la notte, uscire dal letto caldo la mattina, i crampi alle spalle tenute ricurve, e il timore di spostarsi da un luogo caldo all'altro...
Pero' mi incanta la sua atmosfera.
L'aria pungente, i pomeriggi cupi di nuvole,l'idea di tepore che mi da una finestra accesa nella notte  e l'aria impregnata dal fumo dei camini.
Qui in realtà, questo profumo arriva ancora dal comignolo di alcune vecchie stufe a legna.
Mia nonna ne aveva una.
Era piccola e non avrebbe mai riscaldato quella vecchia casa fatta di antichi sassi lavici e dai soffitti alti.
Eppure quella, la ricordo come la casa più calda del mondo.
Quando, in questo periodo, andavamo da lei, la trovavo con il suo pesante scialle di lana e i piedi sulla "conca", il braciere di rame, dove accatastava la carbonella ancora ardente, appena tirata fuori dalla cucina a legna.

La trovavo intenta a lavorare ai ferri
Preparava per i nipoti i "scappi i notti", dei calzettoni in lana legati alla caviglia da un filo di lana e dei pon pon.
Quando arrivavo aveva sempre in serbo per me della "mustadda", un dolce antico  di queste parti.Una crema preparata in casa a base di mosto di vino e ceneri di "sarmenti" in antichissime formine di Caltagirone e  fatta essiccare successivamente al sole.

Ricordo pomeriggi interi passati a guardare fuori la pioggia aspettando che spiovesse, per poter saltellare sulle pozzanghere del vecchio cemento consumato del terrazzo.E il sottofondo dello sferruzzare della nonna,monotono ma allo stesso tempo rassicurante.
Ogni tanto mi voltavo verso di lei, e lei alzando lo sguardo, mi regalava un amorevole sorriso rugoso.
Credo di poter definire questi ricordi come una delle cose più care che ho.
Forse perchè i loro particolari mi parlano ancora di storia, di conoscenze tramandate e tradizioni.
Adesso, nell'era della globalizzazione, tutto questo mi sembra assai lontano.
Eppure io di anni ne ho solo 33.
Com'è stato possibile che in un solo quarto di secolo tutte questo sia andato perduto?
Lontana da qualsiasi pensiero anticonformista agli usi e costumi di questo tempo, mi chiedo: avremmo mai potuto conservare le tradizioni parallelamente all'inarrestabile avanzamento del progresso?

7 commenti:

Iole ha detto...

quanti bei ricordi, rosy! con le tue parole sembrava quasi di essere lì con tua nonna!!!
ma quelli nella foto sono i famosi sarmenti??? e ce li hai tu??? sono bellissimi!!! tienili con moooolta cura!

letrecivette ha detto...

Rosy sei dolcissima. mi hai fatto tornare tanto indietro tra i miei vivi ricordi..faccio il possibile per mantenerli attivi i ricordi e cerco di trasmetterli anche alle mie figlie un abbraccio mia cara!

Clara ha detto...

Avremmo potuto, Rosy, guarda il popolo anglosassone, ad esempio! Loro tengono molto alle loro tradizioni e le custodiscono e tramandano, basti vedere tutto quanto ruota attorno alla Corona. Noi non ne siamo stati capaci. Io amo le tradizioni e le consuetudini, sono le fondamenta di un popolo, ma non tutti la pendano così! Io di anni ne ho 15 più di te, ma la pensavo così anche a 30. Non considerare con la giusta importanza le nostre tradizioni è come perdere le nostre radici.
Bellissimo il tuo post. Ciao, Clara.

nella ha detto...

Brava Rosy, un post romantico dove ognuna di noi si rivede nelle cose di un tempo, negli affetti delle persone che abbiamo voluto bene, nei profumi delle cose genuine che venivano preparate con pazienza e amore. Il Natale aveva una luce particolare, niente pacchi e pacchetti sotto l'albero... c'era il presepe che ti regalava momenti di grande meraviglia,c'erano i desideri e la speranza che il futuro sarebbe stato ricco di grandi sorprese! Oggi è tutto diverso...ma non ti nascondo che una certa tendenza alla riscoperta di antiche tradizioni incomincia a vedersi...e se osservi la tecnologia di internet te ne accorgi come il passato si fa sempre più presente in una modernità sempre più elaborata.
Un affettuoso abbraccio.
Nella

Assia ha detto...

mi hai fatto emozionare...

Rosy ha detto...

Grazie a tutte voi ragazze per essere passate e avermi permesso di condividere con voi questi miei ricordi!
@Iole: quelle formine nere è proprio la mostarda siciliana" viene fuori cosi' dopo che è stata essiccata e tirata fuori dagli stampi.Magari averceli quelli antichi.. chissà che fine avranno fatto!

Cuore Antico ha detto...

Molto bello questo post...io adoro l'inverno proprio per i motivi che hai descritto tu.
Bellissima la lavagnetta del post precedente.
Grazie per essere passata da me e per aver lasciato un commento.
Debora

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